Il Crocifisso venerato in Santa Rita

La devozione riparatrice dei "PRIME CINQUE SABATI DEL MESE"
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Gesù rende lode al Padre per avere riservato i segreti della grazia e della gioia del Vangelo ai piccoli, cioè a coloro che si accontentano di essere guardati e giudicati dagli occhi di Dio, negandola invece ai presuntuosi, che, chiusi nella loro superbia, si considerano sapienti e dotti.
C’è sempre un delicato rapporto fra l’intenzione e l’azione. Tutti siamo coscienti che spesso facciamo tanti “propositi belli”, ma “poco di più”; oppure che le nostre azioni e le nostre parole non sono frutto di retta intenzione del cuore, ma, pur nella loro giustizia e verità esterna, sono dettate da orgoglio e desiderio di affermazione personale. La Parola che la liturgia odierna ci propone aiuta tutti noi a riflettere su questo intricato, ma ineludibile rapporto, fra intenzione e azione appunto. I due figli, a cui il padre chiede di andare a lavorare nella vigna (Vangelo), si pongono come esempio di due modalità differenti di reazione di fronte a uno stimolo. Il primo manifesta immediatamente ciò che ha nel cuore: dice di non averne voglia; il secondo, invece, manifesta l’impulsività delle nostre reazioni: dice prontamente che darà seguito all’invito del padre, ma poi la sua azione è del tutto contraria. Il primo compie la volontà del padre non tanto perché poi va nella vigna, ma perché si pente: il pentimento è anzitutto quel dono del discernimento del cuore che permette di compiere la cosa giusta ed è il dono che vogliamo chiedere alla grazia di Dio.
02 Lunedì * Ss. Angeli custodi (memoria). Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. La parola ánghelos in greco significa “messaggero”, colui che ci porta i messaggi di Dio.
03 Martedì - Il Signore è con noi. La logica di Cristo è amare i nemici, è vincere il male con il bene.
04 Mercoledì * S. FRANCESCO D’ASSISI patrono d’Italia (festa). Tu sei, Signore, mia parte di eredità. Gesù benedice i piccoli, coloro che, non credendosi autosufficienti, lasciano a Dio l’ultima parola.
05 Giovedì - I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore. Prima di ogni impegno Gesù chiede la preghiera. Con essa affidiamo a Dio ogni nostra attività.
06 Venerdì * San Bruno (memoria). Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome. I “guai” di Gesù sono lamenti, non minacce: mirano più a sollecitare una risposta che a invocare una punizione. Primo Venerdì del mese.
07 Sabato * B.V. Maria del Rosario (memoria). Il Signore ascolta i miseri. Dobbiamo rallegrarci di essere nell’anagrafe di Dio: i nostri nomi sono scritti in cielo. Primo Sabato del mese.
Nacque ad Assisi nel 1182, da una famiglia della nascente borghesia. Dopo una vita giovanile spensierata e mondana, ispirata all’ideale cavalleresco, Francesco si convertì al vangelo, che visse con radicalità – “sine glossa” – in povertà e letizia, seguendo il Cristo povero, umile e casto, secondo lo spirito delle beatitudini. Insieme ai primi fratelli che lo seguirono sulle tracce di Cristo, attratti dalla forza del suo esempio, predicò il vangelo di Gesù nella radicalità delle sue esigenze, contribuendo al rinnovamento della Chiesa, fortemente bisognosa in quel tempo di testimoni che le indicassero le vie del Signore.
Il 17 settembre, sul monte Alverna (la Verna), dove si era ritirato insieme ad alcuni dei suoi primi compagni, ricevette le stigmate, segno visibile della sua identificazione con il Cristo. Ma da questo luogo di esperienze mistiche dovette scendere, perché gravemente malato: gli era quasi scomparsa la vista ed era estenuato da ripetute emottisi. Nel Testamento e nel Cantico delle creature – che Francesco compose in un eremitaggio che si era fatto apprestare presso il convento di S. Damiano, confortato e sostenuto dalla preghiera di Chiara e delle sue compagne – esprimeva il suo amore a Madonna povertà e il legame d’amore che univa tutte le creature tra loro e con l’uomo, quasi un abbraccio cosmico per dare gloria a Dio.
Moriva all’età di 44 anni la sera del 3 ottobre 1226. Il 16 luglio 1228 papa Gregorio IX, alla presenza della madre Pica e di altri parenti, del vescovo di Assisi che lo aveva accolto, nudo, sotto il suo mantello, lo iscriveva nell’albo dei santi. A lui si ispirano diverse famiglie religiose maschili e femminili che da lui prendono il nome. Pio XII, nel 1939, lo ha proclamato patrono d’Italia.
Preghiera a San Francesco Patrono d'Italia
O Serafico San Francesco, Patrono d'Italia,
tu che rinnovasti il mondo nello spirito di Gesù Cristo, ascoltaci!
L'avidità delle ricchezze, l'insidia dei piaceri,
la follia del disordine tornano ad offuscare le menti e ad agghiacciare i cuori.
Tu che fosti segnato dalle stimmate della Passione,
fa che il Sangue di Cristo infiammi tutti i popoli e ci comunichi la tua luce,
il tuo amore, il tuo spirito.
Tu conosci le anime, le opere, le ansie e le speranze nostre: benedicile!
Proteggi la Chiesa,
proteggi l'Italia di cui sei Patrono,
proteggi il mondo intero,
suscita sul cammino di tutti gli uomini un desiderio fecondo di Pace e Bene,
nel quale soltanto è perfetta letizia.
Così sia.